Una settimana a casa da solo

Uomo divanoDieci giorni fa ho portato a Palermo le mie donne e, dopo il weekend, le ho lasciate lì per 7 giorni a respirare aria di mare, mangiare cose fritte e prendersi tutte le coccole dei nonni e della zia. Mentre questo accadeva nel capoluogo siculo, io ho vissuto una settimana da solo, facendo la mia vita di tutti i giorni, ma di nuovo “single” come non lo ero da mesi, anzi anni.

Con un clima simil Norvegia a Novembre che mi ha accompagnato 6 giorni su 7, ho vissuto una settimana surreale tra il mio tran tran lavorativo e la sensazione di essere dentro la vita di qualcun altro.

In questi sette giorni ho fatto cose e ho pensato altre cose, ecco un estratto.

Rispettare il Programma
Innanzitutto, avevo progettato la mia solitudine con un manifesto semplice ed efficace fatto di due punti. Il primo, musica a palla sempre. Non sopporto ascoltare la musica con le cuffie mentre vado in ufficio con il sottofondo della 92 che sferraglia e il traffico impazzito di Milano. Il secondo, incollaggio delle chiappe al divano. Fatti, entrambi.

Sfruttare la libertà
Da una parte la dolce Daniela che a distanza mi consigliava di godermi questi giorni, di uscire tutte le sere, bermi birre, vedere amici e divertirmi. Dall’altra il mio io più profondo che ha analizzato analiticamente la situazione e ha tratto una conclusione diametralmente opposta.

Ciò che viene a mancare quando si diventa una famiglia è il tempo in primis, il sonno in secundis e il relax in…terza posizione. La soluzione? Eliminare qualsiasi cosa non fondamentale, dormire molto e dedicarsi ad attività dal basso dispendio calorico. E qui, ritorniamo prepotentemente al divano.

Il sopravvento dell’accidia
In questo mood di risparmio energetico, una pigrizia senza precedenti ha preso il sopravvento. Non ho praticamente mai mangiato a casa, o fuori o quasi niente, ho cercato di sporcare meno possibile per non dover pulire, ho fatto il minimo sindacale per evitare che la casa cadesse in malora e, per farvi capire, non mi sono mai fatto il caffè alla mattina. Troppa sbatta!

Chi ha tempo, non ha tempo
Una settimana è lunga, ma ultimamente il tempo sfreccia così veloce che è anche corta. Ogni ora va sfruttata, utilizzata nel migliore dei modi ed ottimizzata perché il numero di ore disponibili è limitato e diminuisce rapidamente. Come altre volte, ho avuto la sensazione che avrei potuto fare molto di più, molte più cose. Sempre ovviamente a sbatta zero!

La casa vuota
Una sensazione brutta, i primi giorni quasi estraniante. Il letto della Sofia mai disfatto, i suoi giochi impilati ordinatamente e non sparsi in tutta la casa, i panni della Dani dentro all’armadio e la cucina così ordinata da sembrare finta.

La voglia di rivederle
Che cresce ogni giorno di più. La curiosità di vedere se la Sofia è cambiata, si è fatta grande, ha fatto qualche progresso. La voglia di riabbracciare le mie piccole e finalmente stare di nuovo con loro, anche se dovrò rinunciare di nuovo al mio caro divano…

Il rientro
Dopo una settimana di silenzio e anche un po’ di influenza, rivedo la Sofia che mi saluta con qualche suo verso di felicità e poi per un’ora piange disperata, in macchina prima e a casa poi. E’ malata, povera, vuole solo la sua mamma. Io ci rimango male, mi aspettavo grandi sorrisi e feste, ma obiettivamente non sta bene e mi basta tenerle la manina alla mattina alle 6, quando dopo la pappa si addormenta di fianco a me, con il suo nasino otturato. La tristezza svanisce.

Ora sono le 13.32, sono in ufficio e non vedo l’ora di tornare stasera per stare finalmente con la mia famiglia. Senza musica, con poco divano, tanto caos, ma mille particelle di felicità!


2 risposte a "Una settimana a casa da solo"

  1. Ciao Francesco!
    Che belle le tue storie di babbo blogger😃
    Oltre a ritrovarmici quasi in pieno, mi fanno spensierare dalla mia routine quotidiana e spesso mi scopro a ridere come un pirla proprio perché capisco perfettamente ciò che racconti!
    Complimenti sinceri perché tra il serio e il faceto sai far passare messaggi molto profondi, come quello descritto nel post “una settimana a casa da solo”.
    Dovrò ancora fare un’esperienza simile, ma credo che i sentimenti che proverò saranno molto simili.

    Un abbraccio carico di stima
    Giovanni

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